Cos’è un assemblaggio? Banalmente, l’unione di due pezzi per ottenere un prodotto finito.
Questo concetto, tutt’altro che sbagliato, è però riduttivo perché non considera tutte le fasi di lavoro che conducono al risultato finale.
Stando al vocabolario Treccani, la definizione di “assemblare” è la seguente:
“Il complesso di operazioni necessarie per mettere assieme le varie parti, precostituite, di un apparecchio, di un manufatto, e simili”
Qual è, allora, “il complesso di operazioni” corretto?
Sicuramente – ed è il nostro principio cardine – quello che consente di trovare per ogni prodotto la strada giusta a seconda delle esigenze del cliente. Più praticamente, il susseguirsi delle diverse fasi di lavoro, che qui sintetizziamo:
E’ l’approccio al montaggio: le idee, gli schizzi, le bozze, le eventuali prove rappresentano la chiave per la buona riuscita dell’operazione.
Si procede quindi alla costruzione delle attrezzature di montaggio e di collaudo.
Vengono eseguite delle prove per accertarsi che il processo consenta di ottenere il prodotto finale secondo le specifiche del cliente. Sono altresì utili per perfezionare (anche affinare?) le attrezzature utilizzate.
Ottenuto il risultato, si studia la soluzione migliore e più redditizia per coniugare il parametro quantitativo con quello relativo ai costi (dato dalla somma dei costi delle attrezzature e del processo). E’ la fase più importante e richiede ulteriori prove sul prodotto e l’esecuzione di pre-serie interne col fine di ottimizzare il processo.
E’ la fase finale: vengono generati cicli di lavorazioni e redatte istruzioni di manutenzione delle attrezzature.
In fin dei conti abbiamo così ottenuto il prodotto “solamente” unendo diversi pezzi. Ma dietro quel “solamente” c’è l’idea, lo studio, l’analisi, l’ingegnerizzazione del processo e infine, sì, l’unione concreta dei pezzi.